POESIE

Le poesie contenute in queste pagine vogliono trasmettere un messaggio che evoca sentimenti ed emozioni non banali. Poesie romantiche,  d’amore, dialettali, di gioia, di dolore, di tristezza, pensieri liberi in cerca di speranze, di spazi, di sogni, sono qui catalogate per autore in ordine alfabetico.


NELL’ISOLA DEL VENTO

In me

tutti i venti

si incrociano.

Nacqui

nell’isola

del vento.

In me

tutti i mari

si frangono.

Nacqui

nell’isola del mare.

E’ piena

di voci antiche

e di moderne voci,

la mia anima

di isolano.

Ma non è,

il mio cuore,

dentro una

chiudenda,

ho in me

le voci del cielo

raccolte per millenni

dalle antiche torri sarde

e le voci della terra faticata,

delle rupi e delle piane solitarie,

del buio sotterra abitato.

Mi affaccio al mare,

mi lego ai venti,

e non ho che da

aprirmi al mondo intero.

Giampaolo Atzori


AI MIEI FIGLI

La parola più bella

sarà quella che non v’avrò mai ancora sussurrato,

perso negli affanni di ogni ora,

corrucciato nei difficili intenti.

Ma, da questi ossuti pensieri,

un anelito che mi segna costante gli occhi

vi tradurrà il mio amore.

E sarà nel silenzio, prorompente dallo sguardo che avrà il vostro riflesso.

Un silenzio riempito coi colori che mi fiammeggiano l’anima.

Voi … primavera, bianchi fiori, candidi amori.

Così, insensibile al crepitio degli anni,

ascolterò fioche voci dal passato

che, sospingendo i miei passi,

brandiscono all’avvenire

l’amore mio,

indomabile puledro.

Paolo Aureli


RISURREZIONE

Sono andata a trovare

i miei genitori

al cimitero

e un gelo

mi ha attanagliata.

Ma poi ho pensato a Dio

e per Lui sono vivi!

E allora

mi sono guardata attorno:

mille tombe!

E ho pensato:

ma voi non siete morti,

dormite!

E il cimitero

si è riempito di voci,

persone felici

uscivano cantando

alla nuova vita.

Marialuisa Balduin

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AMORE MIO

Stanno fiorendo le mimose

che insieme abbiamo piantato nel nostro giardino.

Sono fiorite le rose

che hai piantato nel nostro giardino.

Vedo la tua presenza,

sono trafitto dalla tua mancanza.

Devo imparare da te a vivere di fantasmi?

Ma tu non ce l’hai fatta,

la realtà ti ha sovrastata.

I miei fantasmi sono pochi

la realtà mi accompagna come un macigno

che trascino a fatica,

ma sono costretto a vivere,

e anche se mi consuma

ti voglio stare accanto

per essere pronto per andare insieme,

tu ed io,

di nuovo giovani

al cimitero ad aspettare i tuoi genitori

al loro ritorno alla vita

con una rosa e una mimosa tra le mani.

Tuo per sempre …

A presto

Sergio Zanga


BULIMIA

Ho fame,

tanta fame,

sempre fame.

Ho fame di comprensione,

di affetto

ma è inutile la mia ricerca spasmodica,

non riesco mai ad essere sazia.

E’ difficile esserlo

in questo mondo

dove tutti hanno fretta

di raggiungere chissà quale meta.

E quanti sono ciechi e sordi,

paurosi di un dolore

che non gli appartiene.

Quelli che non t’ascoltano

e ti spingono indietro

per stare loro davanti a pavoneggiarsi.

Vanno dritti,

imperterriti per la loro strada,

preoccupati solo del proprio orgoglio

e del loro tornaconto

senza accorgersi di colui

che vicino a loro muore

di fame.

Silvia Ballocco


LA MIA ORIGINE

Supino

sul letto di ferro battuto

in una stanza

del vecchio casolare

satura di odori

di corredi da sposa

e di profumo

di melecotogne

Nelle cui pareti

di pietra e fango

intonacate a calce

da cui risuona

il verso dei gechi

che si riproducono

in tane consolidate

da rigurgito

Nel cui soffitto

di canne ossidate

e travi secolari di ginepro

sottratto

alla brezza del mare

nelle sere di luna piena

ad allontanare

il tarlo vorace

Vedo avvicendarsi scene

di innocenti amplessi

di travagli urlati

di estreme unzioni

passaggi obbligati

di una civiltà agreste

che ha macinato grano e vita

ed io esisto

Piergiorgio Barranca


OCCULTATE VIOLENZE  (Terra di miniera)

Riposi, madre,

spossata e attonita,

mai dimenticando

la violenza che, già antica,

noi figli contro te usammo

a derubarti di quei beni

che nascondevi, gelosa,

perché la lor conquista

fosse più contesa.

Del seno violato

più volte ti sei vendicata,

come una dea crudele

vite umane

pretendendo in sacrificio.

E i nostri padri,

piegati a sfidare le chiuse

tenebre con l’angoscia

che rende grandi gli eroi,

desiderarono la luce

più della sposa.

Fanciulli per un pane

abbandonando i giochi, a spensierata giovinezza

rinunciarono

né potevano sperare

in lunga vita e di godere

della lor fatica il frutto,

chè ad altri era riservato.

Chi, fra straniere genti nato,

ama dei miseri compiangere

le sorti (che altro non resta

se  non tardiva ammenda)

e ne comprende

il desiar riscatto,

trovi in te un approdo

e ti chiami Patria Ideale.

Così ora,

pur nella tua desolazione,

non negare a noi perdono,

(orfani, saremmo disperati),

ma soccorri, ricordandoti

delle tue facoltà benevoli.

Maria Elisa Casadei


MADRE

Palla di luna bianca,

candida farina

di pane quotidiano

ripetutamente violata

da mani forti e morbide.

Mani avvolgenti l’ultimo nato,

i cui vagiti si fondono

e accompagnano urla gioiose

che rimbalzano

tra le pareti

della misera stanza,

veloci si dissolveranno nel silenzio.

E quando il dolore, stanco,

si abbandona alla morte,

sorde voci

celate al tuo sguardo

riecheggiano lontane.

Neanche una lacrima

Abbandona gli occhi innocenti,

neanche un urlo

rompe il silenzioso andare.

Nel tempo,

senza disturbare il sordo dolore,

in silenzio,

abbiamo pianto.

Ninfa Cataldo


CHIESA DI CAMPAGNA

Piccola chiesetta di campagna,

ti ho scoperta

tra il verde di un poggio,

circondata da pini e cipressi.

Intorno a te

lentischi e ginestre profumano

e le rondini volteggiano paghe.

E’ l’alba:

una donna vestita di nero

si affretta sul sagrato

mentre il vecchio curato

risveglia la campana assonnata

e il campanile gioisce

al nuovo abbraccio col sole.

Entro nella Chiesa:

panche tarlate

e antiche figure di Santi

descrivono

un passato dimenticato,

mai tramontato,

mai vecchio!

Si prega bene qui.

Quanta pace intorno!

Suggestioni incantevoli

entrano dolcemente in me

e, in silenzio,

parlo con Dio.

Francesco De Martis


IL SOGNO DELL’UOMO DELUSO

Stanco e avvilito dall’ipocrisia cittadina

mi trasferisco di botto in una danza

che a me appare divina

e l’uomo sdegnosamente rifuggo.

Disincantato scappo in un luogo deserto,

mi faccio sedurre dalla solitudine,

i geni mi passano vicini,

e come un bambino mi lascio trasportare

nei ghiacciai scintillanti,

scopro l’abbaglio e l’aurora del mattino trasparente,

sono di nuovo bambino,

voglio smascherare il nulla e la favola del mondo,

la sete di vendetta,

non è sincera la natura umana.

Il desiderio segnato dal tramonto

la falsa morale, l’astuzia, gli aspetti diffamanti

l’esistenza di una gioia tragica

la gaia scienza.

Caos, dubbi,

nell’albero germogli velenosi.

Questo mondo di potenza mi pare giusto per l’apparenza.

Rompere l’abisso e tornare alla partenza

vado nella montagna da solo, nel tramonto scintillante.

Lontano dall’indifferenza.

Antonio Ghiani


 

IL GIARDINO SEGRETO

Con forza

da un angolo della terra

il vento ha soffiato

sepolto

sotto strati di tempo

un giardino segreto

Il glicine

avvinghiato

al muro dell’anima

ha perso i suoi fiori

nudi rami intrecciati

Tessono

momenti di vita

come foto sbiadite

vecchi e intensi profumi

non lontani

non vicini

vivono eterni

mentre io

dal giardino segreto

Guardo un cielo notturno

risvegli interiori

sfiorano

dense

essenze di vita

ora posso sentirle

sono fuori dal tempo.

Virginia Ladu


UNA FARFALLA

Mentre avanzo sulla strada,

zigzagando controluce

nell’aria tremula, una farfalla

si posa sui miei capelli.

Tutto avviene in un attimo.

Mi pare che un pezzetto di sole

racchiuso in quelle fragili

e vivide ali splendenti

si sia staccato dal cielo

per essermi più vicino;

tanto da accarezzarmi.

Mariella Mameli


IL MONDO HA FATTO “FLOP”

La scienza ha fretta e non aspetta.

L’atomica, l’ibernazione,

gli studi sul protone

sulla vivisezione,

quelli sull’embrione,

quelli sul megatone.

Tutto viene scomposto,

radiografato a fette,

e sai perché?

La scienza ha fretta

e non aspetta.

Se sei sincero, lo sa la macchinetta,

se vuoi un bambino,

lo puoi trovà in provetta,

c’è il silicone se vuoi gonfiar le tette,

si clonano le rane e le caprette,

pure le mucche son diventate “pazze”,

e sai perché?

La scienza ha fretta e non aspetta.

La navicella spaziale,

il mondo virtuale,

lo spazio siderale,

ammazza !! Che fortuna,

tra poco, cloneranno anche la luna.

E ancor più su,

si cerca il più del più

ma quando il Padreterno

non ne potrà più,

dall’alto del suo trono verrà giù

e tuonerà dicendo:

“STOP … io non ci sto,

il mondo ha fatto FLOP

siamo arrivati all’ultima fermata,

e anche la pazienza se n’è andata,

scendete tutti qua, la corsa è terminata”

Edoardo Mauro


ORO

Il mio essere attraversa

vallate introspettive

respinge larghi respiri

tenendomi all’oscuro

di altipiani esclusivi.

Spazio d’illusione …

Edulcora

teorie celate

roccia e oro

inespugnabile

progetto vincente

fino là

compiuto.

Rincorro il vento

al centro del cosmo

estende frammenti

ricchi di armonia

lascia intendere

un futuro generoso.

Nella sua cuna

ritorno bambina

colta nel sonno.

Pacifica !

Patrizia Meloni


TI CERCO …

Ti cerco nel buio della notte

nella luce del giorno,

in ogni battito del mio cuore

in ogni mio respiro.

Ti cerco nell’orizzonte

dove il cielo e il mare sfumano,

nel brillio delle stelle nel cielo …

ti cerco in questo universo misterioso

in questo spazio indefinito,

in questa esistenza meravigliosa.

Ti ho cercato e ti ho trovato …

Ti ho trovato nelle mie speranze,

nelle mie illusioni, nei miei sogni,

adorni e carichi d’infinito.

Francesco Mura


VECCHI

Vecchi

rughe

inesorabili solchi

del tempo vissuto

teste canute …

Tremanti labbra

in perenne preghiera

occhi vaganti

nel vuoto

della solitudine

frugando nei ricordi

cercando il passato

per ricondurli al presente

basta un bacio o …

una lieve carezza.

Pierangelo Orgiu


EMIGRANTE

Con gli occhi

ancora pieni

di strade di sole

di giorni senza vento,

beati,

io, oggi,

questo pezzo della mia vita,

lontano vado

a viverlo.

Non c’è posto per il pianto,

per il canto,

per il riso.

E’ già pieno

il mio cuore

di troppa speranza

del ritorno.

Gisella Pibiri


ILLUSIONI

Che incanto:

annullano gli affanni

i cieli illuminati

della notte.

Irrompono

nelle menti addormentate

imbarazzanti pensieri

e sotto le palpebre abbassate

scorrono eccitanti

le voglie insoddisfatte

della vita.

Ma quando l’alba sorge

cancella tutti i sogni,

il vento delicato del mattino

non fa volare più

i folli desideri.

Marco Pittau


A MIA MADRE

Vorrei risentire la mano di mia madre sulla mia

e con lei percorrere la strada perduta e ritrovarla !

Sentire l’acqua scrosciare nella fontana di pietra

ricoperta di muschio verde smeraldo

e il sibilo del vento, che intona una musica dimenticata.

Vorrei percorrere il viale del giardino

guidata da quella mano amorosa

e sentirne il palpito e il calore;

cogliere per lei le rose.

Vorrei rivedere la fiamma che ardeva nel vecchio camino

con la sua luce misteriosa

che ingigantiva le ombre in una nube di carminio.

Risentire il crepitio degli sterpi

che si dissolvevano in un allegro riso.

Mentre io, come un mendico,

vado incontro alla sera che muore

nelle braci di un crepuscolo dorato

e sogno le dolci mani di mia madre

colme di rose bianche.

Paola Placini


IO COMPRENDO

... ora che le sue ore

non volano più

… ora che le sue mani

non modellano più il mondo

... ora che i suoi sensi

non interpretano più la natura

io comprendo ... tutto,

di lei

non una virgola

non un piccolo punto,

non il silenzio né l’urlo

mi è oscuro

l’amore, il dolore, l’ira,

l’agire e il pensare

i limiti e l’infinito

del suo essere,

del suo esistere,

vermiglio dono della morte

ceruleo premio della memoria

fresco traguardo della saggezza

Ah ... rivivere

momenti

rigidi pensieri

e ... già capire

da allora!

Mi volgo

alla fragilità

ai limiti umani

accetto il dolore

dell’insipienza

e cerco conforto

in ciò che oggi

è una conquista ...

seppure tardiva

Paola Pruna