Stanislao Dessy nasce ad Arzana (Nuoro) il 24 agosto 1900, dove il padre è medico condotto, muore a Sassari il 21 ottobre 1986.
Interrotti gli studi classici nel 1917 si iscrive all’Istituto Superiore di Belle Arti di Roma dando inizio ad una luminosa carriera artistica.
Numerose sue opere si trovano nei Musei e Pinacoteche in Italia e all’estero: la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma, di Torino, di Fiume, Piacenza, la Civica raccolta Bertarelli di Milano, la galleria dell’Istituto d’Arte di Venezia, il British Museum di Londra, ecc.
Tra i suoi maestri ricordiamo Camillo Innocenti (Roma, 14 giugno 1871 – Roma, 4 gennaio 1961), Duilio Cambellotti (Roma, 14 maggio 1876 – Roma, 30 gennaio 1960), Giovanni Prini (Genova,1877-Roma 1958), ma deve soprattutto al pittore Antonino Calcagnadoro (Rieti, 12 febbraio 1876 – Roma, 3 dicembre 1935) il merito per avergli inculcato la passione per il disegno e l’acquerello.
A Cagliari frequenta artisti del calibro di Filippo Figari, Luigi Caldanzano e Felice Melis Marini. Sperimenta la scultura nel laboratorio di ceramica di Francesco Ciusa, realizzando figure e gessi in terracotta. Da Felice Melis Marini apprende la tecnica dell’acquaforte.
A Sassari entra in contatto con Mario Delitala. Realizza fregi decorativi per le facciate di alcune stazioni ferroviarie del Sulcis e disegna una serie di panche per le sale d’attesa. Il suo interesse per la xilografia, tecnica cui aveva cominciato a dedicarsi già da qualche anno, si acutizza e a questa aggiunge la grande passione per l’acquaforte. Vince premi di xilografia in vari concorsi e si conferma, assieme agli altri incisori sardi, uno tra i più grandi artisti nel campo della grafica incisa.
Esegue varie decorazioni nella Cattedrale di Alghero e lavora per la chiesa di Orani (Nuoro). La critica nazionale vede ormai in lui uno dei protagonisti della Scuola Sarda della xilografia, della quale fanno parte grandi esponenti come Mario Delitala e Remo Branca.
Eseguendo il dipinto di un paesaggio marino dagli scogli di Porto Torres (Sardegna) cade e, a causa dell'incidente, resta claudicante. Nel 1951 abbandona quasi completamente la xilografia per dedicarsi all’acquaforte. Remo Branca gli ha dedicato ampi spazi nel suo volume "La xilografia in Sardegna" dedicato alla tecnica incisoria. Lo stesso Branca, nel volume "Maestri incisori di Sardegna", si occupa ampiamente della sua attività di calcografo. Dopo una sosta forzata causata da un ictus riprende ad incidere e a disegnare ma il 21 ottobre del 1986 muore a Sassari. Nell’abitazione dove egli spirò, in via Cavallotti, è appesa una targa in suo onore.